Dialogo tra il mio Ego e il Potere Superiore
Ad un certo punto della mia lunga presenza in Coda, mi ritrovavo come i somari a scuola che per evitare di esporsi alla chiamata della maestra siedono all’ultimo banco languendo fra sotterfugi e irrequietezza per propria sorte sempre in bilico. Non mi capacitavo del fatto di sentirmi così irrequieta, nervosa, rabbiosa, non mi stava bene di non aver ancora raggiunto quella serenità e quella soddisfazione che il programma mi aveva promesso.
L’ultima volta ho sentito come un terremoto dentro di me, ero destabilizzata, e presa dallo spavento mi sono rivolta al mio Potere Superiore con una certa sfiducia per il protrarsi delle mie sofferenze e per quanto impegno avevo applicato per farle passare.
Ego: “Aiutami Potere Superiore! A me sembra di aver fatto tutto bene, cosa devo fare di più di quello che sto già facendo?”
PS: “Bentornata”
Ego: “Come ben tornata! Io ti tengo sempre in mente, ma perché sto così? Perché questo terremoto? Dove ho sbagliato!”
PS: “Nessuno sbaglio, hai fatto tutto bene”
Ego: “Allora perché sto così? Non lo sopporto! Mi sono sempre applicata, ho condiviso, ho frequentato le riunioni, ho letto, adesso ho pure una sponsor, cosa devo fare per essere felice?”
PS: “Ti voglio subito tranquillizzare dicendoti che tutto quello che hai fatto ti è servito fin qui con le capacità di capire che hai avuto fin qui. Adesso che sei pronta per altre consapevolezze, io ho pensato che ti serviva una crisi importante per fartelo capire bene, visto che sei molto brava a pensare di fare tutto bene da sola pure la mia parte. Ti ho lasciato fare perché era quello che volevi fare. Adesso che ti sei finalmente resa conto che non basta, sono venuto in tuo aiuto per farti andare un passo avanti.”
Ego: “Solo un passo? Se vado avanti così quando arrivo?”
PS: “Pensi ci sia una fine alla tua malattia? La codipendenza sarà sempre con te, mentre il tuo recupero è variabile, si adatta al tuo cambiamento. La codipendenza rimane, sei tu che cambi nei confronti della codipendenza, fra te e lei ci metti il tuo recupero e cosa altro?”
Ego: “Io con la ragione mi sento recuperata ma poi dentro è diverso, sono prigioniera di una forza contro cui le mie armi non funzionano, non voglio più stare così!”
PS: “Ti faccio un’altra domanda, visto che alla prima la tua resistenza ti impedisce di rispondere: pensi di aver lasciato da parte il tuo ego per lasciare posto a me? Se non ti affidi a me tornerai sempre a soffrire. Non ci vogliono armi per combattere la tua condizione ma amore e fiducia nella relazione fra te e me.”
Ego: “Devo ammettere che la relazione fra te e me non è stata mai aperta. L’ho usata spesso al bisogno e al comando, solo ora che ne parlo con il diretto interessato mi accorgo che era sbilanciata, pendeva più dalla mia parte che dalla tua. Lo ammetto, con vera umiltà stavolta.”
PS: “Tranquilla sta andando tutto secondo i miei piani, sappi che è arrivato il momento. Quel terremoto che senti significa che è arrivata un’altra fase del tuo recupero, non averne paura. Trema tutta perché devi liberati dall’ennesimo rifugio che finora ti proteggeva. Dalle macerie spunterà una pianta le cui radici sono profonde e stabili, lascia che questa nuova pianta cresca fino al prossimo terremoto. Ne riceverai un’altra di cui prenderti cura. Non abbandonare la tua relazione con me, curala come faresti con una pianta, dalle l’acqua che le serve ma non te ne dimenticare, lei non può sopravvivere da sola se tu non lo fai.”
Ego: “Grazie per i tuoi messaggi Potere Superiore, grazie per esserci per me e per tutte le creature di cui ti prendi cura. Ti voglio bene.”
Dopo questa conversazione il mio ego si è rimpicciolito di tanto. Ho capito che se metto al primo posto la relazione con il mio Potere Superiore ho più possibilità di capirmi e andare avanti bene nel recupero. In Coda non c’è una fine ma un cammino fatto di tanti piccoli ma significativi passi avanti. Grazie Coda!
Rosella – 6 aprile 2025