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Lavorando sul Settimo Passo…

Lavorando sul Settimo Passo ho potuto riflettere sul termine UMILTA’: non deve essere intesa come sottomissione, falso orgoglio, umiliazione, eccessiva timidezza, ma come onestà con sé stessi, obiettività nelle proprie risorse, desiderio di migliorare. Se riesco ad essere umile in modo sano posso superare la mia naturale timidezza, la paura di affrontare impegni nuovi; riesco a provare quell’intima letizia di essere me stessa con i miei limiti, ma anche con i miei pregi, riesco ad apprezzare gli altri per quello che sono e cogliere in loro quel positivo che c’è in ogni essere umano. Proseguendo nel lavoro ho capito che se voglio migliorare i miei difetti (soprattutto l’incertezza, la dispersività, la paura e l’ansia nel cimentarmi in situazioni nuove o nell’affrontare problemi inaspettati) non posso limitarmi ad analizzare con attenzione i miei difetti, ma devo chiedere a Dio di aiutarmi ad eliminare queste mie imperfezioni. Da sola non ce la posso fare perché oramai mi si sono incollate addosso, costituiscono spesso un rifugio per eludere le mie responsabilità. 

Affidandomi al Signore posso sperare di superare le mie difficoltà soprattutto se sono sinceramente convinta che è Lui che opera nella mia vita, se io gli permetto di agire senza frapporre ostacoli; devo anche abbandonarmi alla sua volontà senza costruire le mie speranze e le mie aspettative.

Per eliminare tanti paletti mi sforzo di aumentare la mia autostima, cerco di eliminare i pensieri autodistruttivi per sostituirli con pensieri positivi e comportamenti costruttivi; mi impegno ad allontanarmi sempre più dalla paura e dalla vergogna e comincio ad accettarmi ed a sottolineare le mie risorse. I piccoli progressi in questo cammino mi daranno la forza di continuare in questo percorso.

Anonima.