Quando vado per strada in auto e un cartello stradale mi indica che devo girare a destra o sinistra, io ci credo e mi aspetto la curva, e così faccio con tutti gli altri cartelli senza avere la pretesa di andare prima a vedere se il segnale dice il vero; in questo modo mi predispongo ad agire tenendone conto.
Questo succede per molte delle cose nella vita quotidiana: la luce ad esempio, l’acqua… (controllo forse la sua potabilità prima di berla?) e che dire poi quando mi affido ad un medico e sono sotto anestesia …
E la FIDUCIA in un Potere Superiore (in Dio)?
Beh, è un’altra cosa questa, perché ci sono IO di mezzo, perché sono IO che devo decidere di mollare la presa.
A questo punto mi si è imposta una riflessione.
Per accettare con fiducia i segnali stradali sono andato ad una scuola apposita e ho fatto allenamento seguito da un istruttore. In un secondo momento ho cominciato ad andare da solo cercando di tenere presenti sia gli insegnamenti della scuola, sia le condizioni reali del traffico, della strada e del comportamento degli altri guidatori (condizioni che mutano ogni volta e rispetto a cui sono impotente). Da me dipende solo il modo di applicare ciò che ho imparato nella REALTA’ del momento in cui guido.
Così, per cominciare a poter affidare la mia vita a Dio, come io posso concepirlo, ho dovuto cercare di dargli un nome e un volto. Ho cercato come fare per avere una relazione con Lui, come fare per sentirlo presente nella mia storia.
Ho cercato una guida spirituale e una scuola di teologia che ho frequentato per tre anni, e già questo ha creato le priorit? per un cambio di abitudini nella quotidianità.
Adesso affidare la mia vita a Dio significa fare la sua volontà, e per me questo significa vivere in maniera piena e gioiosa la vita che mia stata donata, consapevole che il Dio a cui affido la mia vita mi chiede di essere in armonia con me stesso e di praticare l’amore.
Come faccio però ad agire secondo quanto detto, ed uscire da quella percezione di fondo di una vita come fallimento?
Il chiedermi come faccio è già un progresso, un passo nella direzione sia del desiderio che della speranza di una possibilità; e questo ha portato ad ulteriori studi, approfondimenti e riflessioni, oltre al proseguimento della partecipazione al gruppo e al desiderio di continuare nel Programma CoDA.
Anonimo.